L'amico Claudio Piccarreta ci ha invito un email in cui ci segnala che la vecchia ovovia di Italia 61 e' stata utilizzata, fino a pochi anni fa, in Val Vigezzo, come impianto di risalita.

Effettivamente, facendo una rapida ricerca su Internet, abbiamo trovato delle immagini che confermano tale notizia. Questo ci fa molto piacere e ci spinge a chiedere a voi, visitatori di questo sito, ulteriori informazioni e testimonianze. Insomma, la famosa ovovia di Italia 61 non fece la tragica fine della monorotaia ma e' stata ancora attiva per piu' di quarant'anni...


In rete abbiamo trovato due ovovie che potrebbero essere le stesse dell'esposizione del 1961: sicuramente quella della Val Videzzo ma anche quella di Courmayeur che sembra porprio uguale a quella che ci portava a Cavoretto tanti anni fa!

Nelle nostre varie ricerche abbiamo scoperto anche alcune carrozzerie realizzatrici delle cabine dei famosi "ovetti", tra queste posso citare la "carrozzeria Cavallini" di Morbegno attualmente in attività' e la "carrozzeria Gigi Nardo" di Modena della quale non sono riuscito a trovare notizie recenti.

Nel nostro sito abbiamo gia' trattato il tema del riutilizzo della funivia di Torino, da raffronti piu' approfonditi si e' appurato che ne' la funivia della Val Vigezzo ne' quella di Courmayeur hanno mai utilizzato cabine di Italia'61. Da ulteriori ricerche si e' individuato un altro impianto con cabine più' simili delle prime due citate pocanzi ed e' l'impianto di Teglio-Prato San Valentino, anch'esse quasi identiche.

Uno dei particolari piu' interessanti per il confronto e' stato il vetro posteriore che ci ha confermato l'estraneita' di questi ovetti all'impianto di Torino. Questo vetro nelle cabine della Piana di Vigezzo e di Courmayeur e' di dimensioni maggiori, mentre in quelle di Teglio e' leggermente diverso.

La cabina del centenario risultava piu' snella ed ovale mentre quella di Teglio era piu' tozza, inoltre i finestrini laterali degli ovetti di quest'ultima localita' si aprono completamente mentre quelli di Torino avrebbero avuto un'apertura ridotta.

Tutte queste differenze c'inducono a confermare che il mistero degli "ovetti" di Torino non e' ancora stato risolto.