Quando a Torino uccisero il futuro
Come più volte ricordato nella pagine di questo sito, la monorotaia Alweg non solo fu il maggiore simbolo di Italia 61, ma veicolava, con la sua figura di ferrovia volante che sfrecciava sopra il laghetto azzurro dell'esposizione, emozioni e sogni legati alla modernità, al futuro e al sogno di un mondo che, grazie alla tecnologia e alle grandi scoperte scientifiche, garantisse a tutti una vita migliore.
Nel nostro lavoro certosino e a volte maniacale di raccolta di informazioni, storie e materiali su Italia '61, non potevamo non concentrarci proprio sulla vicenda della monorotaia e, in particolar modo, sulla sua triste e controversa fine. Uno dei maggiori interrogativi ai quali abbiamo sempre cercato di dare una risposta è quello di capire che fine avesse fatto, dopo l'incendio che la distrusse, la sua carcassa, dove e da chi fosse stata rottamata e, soprattutto, se ne esistesse ancora qualche traccia tangibile.
L'amico e socio Massimiliano Casula ha, in questi mesi, fatto uno splendido lavoro di ricerca e, finalmente, siamo riusciti ad entrare in contatto con uno degli uomini che per ultimi hanno visto e toccato con mano la monorotaia di Torino.
Abbiamo incontrato il Sig. Giorgio Ovan, figlio e collega di Italico Ovan, purtroppo deceduto nel 1991 all'eta' di 80 anni, titolare dell'omonima ditta di rottamazione che opero' a lungo a Torino, in corso Unione Sovietica 558 e che venne incaricata dall'ATM di smontare il relitto della monorotaia.