Cinema '61

Tratto da "Comitato Torino '61", celebrazione del primo centenario dell'Unita' d'Italia.

La commissione per gli spettacoli curò anche una rassegna del Cinema che ebbe la sua stagione all'inizio dell'autunno, precisamente dal 15 al 28 settembre, allorché' lo schermo del Teatro Nuovo del Valentino si accese per la Rassegna Internazionale di film "Cinema '61".

Il titolo assegnato alla manifestazione - "Cinema '61" - volle sottolineare il clima eccezionale in cui essa si inserì. Anche nel settore dello schermo, così come avvenne per il teatro, la speciale occasione delle Celebrazioni per il Centenario esercitò una funzione di stimolo, e la rassegna svoltasi al Teatro Nuovo fu realmente, per gli appassionati di cinematografo, non solo una eco concreta ed evidente del generale fervore di opere e iniziative cui diede origine "Italia '61", ma anche l'occasione, forse irripetibile, di riunire a Torino un gruppo di film di cospicua importanza artistica e spettacolare.

Affiancata al simbolo del Comitato "Torino '61" apparve la sigla autorevole del "Salone Internazionale della Tecnica". Fu appunto l'efficacia dell'impegno di collaborazione stabilitosi fra i due enti che permise alla Commissione Cinema di realizzare una Rassegna più ampia di quella che ogni autunno, dal 1949 al 1959, il Salone della Tecnica aveva già proposto ai torinesi ed ai forestieri.

Italia, Francia, Gran Bretagna, Unione Sovietica, Cecoslovacchia, Stati Uniti d'America, Polonia, Giappone, Messico furono le diverse Nazioni le cui pellicole - sia a lungo metraggio, sia a medio o breve metraggio - ebbero la felice possibilità di essere presentate al Teatro Nuovo. Venezia diede certo alla Rassegna, il più cospicuo gruppo di opere: da "Il brigante" di Renato Castellani (Italia) a "L'année dernière a Marienbad" di Alain Resnais (Francia), da "Yojimbo" di Akira Kurosava (Giappone) a "Victim" di Basil Dearden (Gran Bretagna), da "Mir Vhodjasccemu" di Alessando Alov e Vladimir Naumov (URSS) a "Sanson" di Andrzei Wajda (Polonia), da "Animas trujano" di Ismael Rodriguez (Messico) ad "Accattone" di Pier Paolo Pasolini e "Banditi a Orgosolo" di Vittorio De Seta (Italia); però com'era nelle intenzioni degli organizzatori, anche altri Festival hanno portato il giusto contributo di opere importanti. "Saturday night and Sunday morning" di Karel Reisz, per esempio, era reduce da Mar de Plata, da Vancouver, da Mosca e da Locarno; "La Princesse de Cleves" di Jean Delannoy e "Cistoie Nebo" di Grigori Ciukrai, da Mosca; "One eyed Jacks" di Marlon Brando, da San Sebastiano, e "Zazie dans le mêtro" di Louis Malle, da Vichy.

Attraverso questa laboriosa selezione, si poté' fornire l'annunciato succoso compendio di quasi tutti i maggiori Festival dell'anno, insieme con la rappresentazione eloquente degli stili e delle tendenze delle varie cinematografie. Opere di artefici famosi come Castellani, Kurosawa, Delannoy, Malle, si alternarono, nell'arco di quattordici serate, a pellicole di dotati registi esordienti quali Reisz, De Seta, i giovani sovietici Alov e Naumov, il letterato Pasolini, l'attore Brando. E, nell'alternarsi delle varie proiezioni, a colori e in bianco e nero, su schermo normale o in cinemascope, "Cinema '61" poté' perciò mettere insieme un bel gruppo di opere vive e vitali, serie e brillanti, impegnate ora sul piano sociale ora su quello polemico, altre di carattere storico, altre di inclinazione realistica e avventurosa, psicologia o romanzesca. Opere tutte perfettamente idonee a rispecchiare la vitalità creativa dei singoli, sia la vitalità artistica ed il prestigio industriale di un così importante settore dello spettacolo quale è il cinematografo osservato dal punto di vista ideologico e da quello culturale, e mostrato nei nuovi, anche audaci, aspetti della sua tematica e del suo linguaggio.

In questo senso il cartellone di "Cinema '61" recò veramente un contributo importante alla cultura cinematografica di un pubblico, sempre numeroso e in varie serate numerosissimo, che seguiva con palese attenzione il ciclo delle proiezioni.