Il comprensorio di Italia 61, cosi' futurista e spettacolare, e' stato utilizzato come location per diverse opere cinematografiche.

In questa sezione del nostro sito vogliamo elencare i titoli dei film, più o meno famosi, che abbiano avuto al loro interno almeno una sequenza attinente all'esposizione di Italia 61. Segnalaci altri titoli mancanti, aggiorneremo l'elenco corredandolo, quando possibile, di contributi filmati o fotografici.

"Un colpo all'italiana" (The italian job)

E' il più famoso dei film legati a Italia 61. Diretto nel 1969 da Peter Collinson con Michael Caine, Rossano Brazzi e altri, si svolge quasi interamente a Torino ed è considerato come un film icona degli anni sessanta.

Famose le sequenze in cui tre Mini Cooper sfrecciano per la città scendendo le scale della Gran Madre, del Palazzo Madama, andando sotto i portici o attraversando il Po all'altezza della diga di piazza Vittorio. Ma, soprattutto, famosissima ed estremamente spettacolare la scena nella quale le tre Mini Cooper, inseguiti da una Giulia della Polizia, salgono sul tetto dello splendido Palazzo a Vela.

"Omicron"

di Ugo Gregoretti. 


Riportiamo da Speciale TORINO CITTA' DEL CINEMA Torino nel cinema: l'identità imperfetta di Paolo Bertetto :


Omicron girato da Gregoretti nel 1963 in una chiave di fantascienza povera, senza effetti speciali, realizza una lettura ideologica dell'organizzazione della società contemporanea, con evidenti schematizzazioni didattiche. Inviato da Marte sulla Terra, Omicron, il protagonista, si trova a confronto con una città industriale modello come Torino-Subalpia. Le strutture della fabbrica, il lavoro operaio finalmente documentato, gli spazi aperti di periferia, i capannoni-deposito costituiscono le immagini di una città industriale qualunque ed esemplare nello stesso tempo.

Gregoretti introduce poi nella rappresentazione della città una qualificazione ulteriore, cercando di presentare Subalpia come lo spazio urbano della modernità grazie al ricorso sistematico alle architetture appena costruite di Italia '61. II palazzo Vela appare fin dalla prima inquadratura del film per definire il paesaggio urbano con particolari disegni architettonici di vetro e cemento. E poi, durante tutto il film, ricompaiono le strutture di Italia '61, dal tracciato sopraelevalo della monorotaia al Palazzo del Lavoro, ad altre inquadrature di palazzo Vela, ripresa anche dall'interno con la sua immensa vetrata. Certo non sono strutture architettoniche paragonabili alle costruzioni delle grandi metropoli della modernità, ma sono pur sempre elementi, immagini che di fronte al panorama architettonico italiano così fortemente conservatore - fanno sistema e possono presentare Torino-Subalpia come la metropoli per eccellenza dell' industrializzazione e dello sviluppo. Così in Omicron Torino diventa un modello generale, assumendo un'identità esemplare e per questa via quasi perde il proprio profilo più articolato, ridefinisce e schematizza la propria identità.

In Omicron Torino diventa la città-fabbrica, la città catena di montaggio, la città dormitorio dei manuali della sociologia dell'industrializzazione, ma anche la città di una micro-innovazione architettonica.

"Profumo di donna"

Diretto nel 1974 da Dino Risi da una novella di Giovanni Arpino. nelle sequenze iniziali, nelle quali si vede il giovane Alessandro Momo attraversare la città, compare un autubus a due piani sfrecciare per piazza Castello.