Il Capo dello Stato Giovanni Gronchi, commissionò le più famose e longeve auto presidenziali della Storia della Repubblica Italiana e lo fece alla Casa torinese Lancia nel marzo 1960.


Le eleganti Lancia Flaminia Cabriolet Landaulet nere vennero realizzate in sei mesi dalla carrozzeria “Pinin Farina”, i suoi operai le produssero in quattro esemplari molto particolari, seguendo rigidamente le specifiche del Presidente.

Le quattro Lancia Cabriolet Laudaulet furono chiamate con alcuni nomi di cavalli: Belfiore (telaio 813-99-1001, targa Roma 454308), Belmonte (telaio 813-99-1002, targa Roma 454306), Belvedere (telaio 813-99-1003, targa Roma 454307) e Belsito (telaio 813-99-1004, targa Roma 474229).

Di queste soltanto due esemplari sono rimaste a svolgere la funzione originaria e per la quale erano state prodotte: la Belfiore e la Belsito.


Le auto presidenziali hanno una lunghezza di circa 5 metri e mezzo, un peso di 20 quintali e possono trasportare fino a sette persone, anche se dotate di una cilindrata totale di 2500 centimetri cubici, possono raggiungere soltanto una velocità di 120 Km/h, questo perché il cambio di velocità dell’autovettura è di un modello con rapporti al ponte molto corti (10/47 invece di 12/47), permettendo un’andatura ideale per le riviste militari o le sfilati celebrative.


Unica nel suo genere, la “Flaminia” era prodotta esclusivamente in Italia e riusciva a competere con le aristocratiche automobili di molte altre case automobilistiche straniere dell’epoca.

Il motore 2.5 è identico a quelli montati sulle Berline di serie, mentre furono eseguite alcune modifiche ad esempio l’installazione di una pompa elettrica e di una bobina aggiuntiva, inoltre il telaio ebbe un allungamento di ben 48 cm (passò dai 287 cm ai 335 cm).

Gli interni delle limousine presidenziali sono ancora in pelle nera Connolly 8500 ed hanno in dotazione le originali autoradio Voxon.


Il primo impiego ufficiale avvenne nel 1961 a Torino per l'inaugurazione delle Celebrazioni del Centenario dell'Unità d'Italia. Successivamente venne ulteriormente usata per accompagnare la giovanissima regina Elisabetta II d'Inghilterra sempre in occasione dell'esposizione torinese.