Il 17 marzo 1861, a Torino, in Palazzo Carignano, veniva solennemente proclamato il Regno d'Italia.

Cento anni dopo Torino celebrava la ricorrenza con grandiose manifestazioni cui parteciparono tutte le regioni d'Italia e ventuno Nazioni ed organismi internazionali.

L'idea di porre Torino al centro di questa celebrazione sorse all'inizio del 1956 e trovò subito fervidi propugnatori. Durante il lavoro preparatorio furono vagliate numerose proposte ed affermati due principi fondamentali:

Si stabilì inoltre di indire una grande assemblea cittadina, presieduta dal Sindaco e formata dai rappresentanti di ogni attività, categoria ed ente cittadino, e di richiedere nel frattempo l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica, accordato il 7 novembre 1957, e il riconoscimento delle manifestazioni da parte del Governo, che si concretò con la legge istitutiva del Comitato Nazionale del 30 dicembre 1959, pubblicata il 3 febbraio 1960.

L'Assemblea cittadina, costituita da oltre 400 membri, fu convocata a Palazzo Madama il 1° ottobre ed il 28 dicembre 1957 e ad essa il Sindaco illustrò le varie proposte maturate attraverso il lavoro preparatorio.

L'Assemblea espresse una Giunta provvisoria, trasformata in seguito in un Comitato Generale composto di 200 membri circa presieduto dal Sindaco, che dopo due mesi presentò uno schema organizzativo di massima ed elaborò un primo elenco di idee. Le linee fondamentali erano già state tracciate: rifare la storia degli avvenimenti che condussero alla proclamazione dell'Unità d'Italia e presentare un secolo di vita unitaria con particolare riferimento al progresso conseguito nel mondo del lavoro.

Al fine di individuare gli aspetti essenziali di questo fenomeno ed i mezzi attraverso cui esso avrebbe potuto essere tradotto in termini espositivi, si ritenne necessario mobilitare l'opera di personalità rappresentative sul piano nazionale nei diversi settori culturali. Sorsero così tre Commissioni di studio che stesero i programmi delle tre iniziative fondamentali:

Nella riunione del Comitato Generale del 1' marzo 1958 si procedette alla nomina di un Comitato Ordinatore composto di soli 32 membri e presieduto dal prof. Achille Mario Dogliotti.

Tale comitato si assunse' l'incarico di concretare il programma delle Manifestazioni, redigere lo statuto dell'Ente che avrebbe dovuto organizzarle, assicurare il finanziamento ed ottenere il riconoscimento ufficiale delle Mostre internazionali.

Nel corso di numerose sedute si concretò l'opportunità che le Manifestazioni torinesi avessero carattere nazionale ed internazionale, con mandato chiaramente espresso dai rappresentanti di tutte le regioni e delle maggiori città italiane.

Con il conforto del ripetuto consenso del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, nel corso di una riunione indetta dal Presidente del Consiglio dei Ministri al Viminale il 10 giugno 1958, tutti i Presidenti delle Provincie ed i Sindaci delle città capoluogo di regione riconobbero a Torino il diritto di celebrare, senza concorrenze dispersive, lo storico evento.

Altro decisivo riconoscimento fu quello ottenuto dal Bureau International des Foires et des Expositions che concesse alla città di Torino il diritto esclusivo di tenere nel 1961 una esposizione internazionale.


A queste premesse seguì il 22 luglio 1958 la presentazione del programma, del bilancio preventivo e della bozza di statuto. Il programma, che prevedeva l'inizio delle Manifestazioni al 1° maggio 1961 e la conclusione al 31 ottobre, si imperniava sulla organizzazione delle tra grandi Mostre principali: la Mostra Storica dell'Unità d'Italia, la Mostra delle regioni Italiane, l'Esposizione Internazionale del Lavoro; seguiva un'indicazione di un primo elenco di 18 Manifestazioni collaterali: raduni d'Arma, Mostra Internazionale del Fiore, mostre d'arte, congressi, convegni, spettacoli.

La relazione riferiva inoltre la conclusioni delle tre Commissioni di studio appositamente formate per l'impostazione concettuale delle tre grandi Mostre e per la loro pratica realizzazione e ne fissava i concetti ispiratori ed i limiti.

Seguiva l'illustrazione di un bilancio preventivo, che prevedeva una spesa globale complessiva di circa 20 miliardi. Per le Entrate si prevedeva un introito globale, fra contributi di enti locali e di privati, incassi di biglietteria e recuperi, di 5 miliardi circa; la differenza avrebbe dovuto essere erogata dallo Stato e da Enti nazionali e regionali; in considerazione dell'importanza dell'avvenimento.

Infine, preparato da una Commissione presieduta dall'avv. Cravero, veniva presentato lo statuto che definiva la figura giuridica del Comitato Promotore della Celebrazione del Centenario.

Nella stessa assemblea si procedette alla nomina di un Consiglio Direttivo presieduto fino al dicembre del '58 dall'on. Giuseppe Pella e successivamente dall'avv. Amedeo Peyron. Il Comitato per le Celebrazioni del Centenario, cosi' costituito, procedette alla nomina ed all'insediamento dei Comitati Ordinatori delle tre Mostre principali, coordinandoli fra loro e con le manifestazioni collaterali già progettate.


La Giunta esecutiva, eletta in seno al Consiglio Direttivo stesso, svolse nelle sue frequenti riunioni una imponente mole di lavoro in stretta collaborazione con i Comitati Ordinatori delle Mostre e con le varie Commissioni Consultive. Si procedette, fra l'altro, alla progettazione ed agli appalti di tutto il complesso espositivo e si formarono i quadri direttivi di una organizzazione in grado di realizzare a tempo di primato il grandioso programma.

Mentre sul piano cittadino fervevano queste realizzazioni, attraverso gli organi parlamentari e con l'interessamento diretto del Capo dello Stato veniva sollecitata la promulgazione della legge che, pubblicata il 3 febbraio 1960, costituiva il Comitato Nazionale per la Celebrazione del Primo Centenario dell'Unità d'Italia e stanziava la somma di 8 miliardi 880 milioni.

Il Comitato Nazionale, che fece propria la sigla "Italia '61" si insediò il 21 luglio 1960 sotto la presidenza dell'on. Giuseppe Pella e continuò il lavoro del precedente Comitato Torinese, approvandone in blocco l'operato.

Poiché la legge limitava i compiti del Comitato "Italia '61" alla organizzazione delle tre Mostre fondamentali, il Comitato Nazionale, in un ordine del giorno votato il 5 ottobre 1960, dopo aver espresso la sua gratitudine al Comitato Promotore cittadino per l'impegno ed il lavoro di preparazione svolto, tenuto conto che alcune Manifestazioni non potevano essere assunte a proprio carico, rivolgeva un caldo invito al Comitato Torinese affinche' continuasse ad operare al suo fianco "al fine di curare la realizzazione di tutte le iniziative di contorno per garantirne la migliore riuscita ed accrescerne il prestigio attingendo a finanziamenti da promuovere nell'ambito cittadino ed amministrandoli".

Accogliendo tale invito, il 21 ottobre 1960, l'Assemblea Generale del Comitato Promotore Torinese si riuni' per approvare le modifiche al suo statuto in virtu' delle quali il Comitato Promotore stesso si trasformava in Comitato Torino '61.


Il comitato Torino '61 contribuì sostanzialmente ai seguenti compiti: Organizzazione di Mostre, Esposizioni e manifestazioni varie; Organizzazione e miglioramento della Ricettività cittadina; Programmazione di Spettacoli e di Festeggiamenti; Finanziamento di Congressi a carattere nazionale; Elargizione di contributi a enti prevalentemente cittadini, per opere particolarmente connesse con le Manifestazioni; Affiancamento alla divulgazione pubblicitaria delle Manifestazioni per mezzo del suo Ufficio Stampa; Assunzione a proprio carico delle spese generali e di personale (comprese tra queste ultime quelle pertinenti il Comitato Nazionale); Anticipazioni di somme al Comitato Nazionale per consentirgli di superare difficoltà contingenti dovute a spese indilazionabili, mentre il finanziamento statale era ripartito su vari esercizi, oppure a spese necessarie ma che la legge istitutiva non comprendeva.